Trasparenza
Fili spezzati è un insieme di narrazioni che come cortometraggi ci parlano ed evocano immagini legate alla separazione ed al divorzio. Episodi brevi o pellicole di lunga durata che logorano e sfibrano il vitale delle relazioni, ma anche storie in cui la cascata di eventi non porta unicamente a chiusure dolorose ma si apre ad altri sentieri in cui potere scoprire qualcosa di nuovo e in cui potersi scoprire nuovamente.
Luglio 2017
Vanessa Costa, psicoeterapeuta COIRAG
Per descrivere il mio percorso di avvicinamento a questo testo ritengo sia imprescindibile partire dal suo titolo, “Fili Spezzati”. Per mesi, dopo averlo comprato, ho tenuto questo libro sulla scrivania, in attesa di affrontarlo con calma durante le vacanze estive, ma il suo titolo, così evocativo ed al contempo capace di suscitare immagini vivide e concrete mi ha immediatamente incuriosita, attivando la mia fantasia nel cercare di prefigurare ciò che avrei trovato al suo interno, pagina dopo pagina.
I fili spezzati mi hanno portata a pensare a legami irrimediabilmente compromessi, facendomi immaginare qualcosa che a seguito di una crisi improvvisa e acuta o di un logorio incessante e perpetuo, viene rotto per sempre. Due fili spezzati possono avere destini molto diversi: possono proseguire la loro esistenza in modo indipendente e spensierato oppure essere maldestramente o prepotentemente riannodati all’infinito se non si accetta la loro separazione, ma possono anche essere amorevolmente e faticosamente ricongiunti pur dovendo imparare ad accettare che la loro unione non potrà più essere quella di prima, lineare e priva di imperfezioni, ma che da quel momento in poi dovrà essere diversa, e chissà, forse addirittura più resistente se ci si è adoperati a sufficienza per costruire un buon nodo.
“Fili spezzati” è un libro scritto a quattro mani da Francesco Berto e Paola Scalari. Già il titolo, molto evocativo di qualcosa che si è rotto definitivamente e sarà difficile rimettere insieme, è il primo tra i tantissimi stimoli che gli autori ci regalano. La prima immagine che mi è venuta alla mente è quella di una marionetta che ha funzionato e fatto il suo dovere per anni, ma che all’improvviso si è staccata dal supporto. I fili che la reggevano, fatti di refe e dunque sulla carta molto resistenti, si sono invece rivelati sottili e fragili. Non stupisce, allora, che si siano spezzati. Utilizzo qui l’immagine della marionetta non per il suo essere passiva, ma per la sincronicità e l’armonia del suo movimento. In tal senso, una marionetta è un meccanismo perfetto, fatto in modo che tutte le parti si muovano in sincrono, in accordo reciproco. Ma solo in apparenza. Talvolta, infatti, accade qualcosa di imprevisto che spezza la magia: un nodo, un attorcigliamento, un filo, appunto, che si spezza. E il movimento, fino a quel momento, fluido e naturale improvvisamente si ferma. Nel libro, il matrimonio è un po’ come la marionetta: finché il marionettista (o la coppia) riesce a reggere il legno e a far andare i fili dove devono andare tutto funziona; ma se qualcosa si inceppa o, addirittura, un filo era difettoso, allora tutto si ferma.
Luglio 2016
Daniela Cassago
L’ultimo trentennio si è caratterizzato per un evidente incremento di separazioni e divorzi: la famiglia nucleare tradizionale sembra divenire “atipica” rispetto al variegato ricostituirsi di famiglie ricomposte dopo il divorzio.
Ciò pone i genitori di fronte a nuove sfide che non sempre possono essere affrontate senza la ricerca di nuovi strumenti che li aiutino ad elaborare la crisi di convalidati punti di riferimento. Inizialmente, poco dopo il referendum sul divorzio, in Italia, il timore di essere oggetto o causa di scandalo dava origine ad un sipario di segretezza e vergogna intorno all’esperienza della disgregazione di un vincolo matrimoniale; attualmente invece la fase “divorzile” sembra addirittura per alcuni essere l’assoluta normalità e tale vissuto arriva a permeare anche il percepito emotivo dei più piccoli: penso ad una insegnante di scuola dell’infanzia che mi narrò, durante un corso, di una sua piccola alunna che giocando con una coppia di bambole, simulandone il matrimonio, sancì il rito nuziale dicendo : “ … e vissero felici e contenti fino al divorzio … “Come mediatrice familiare spesso le coppie in consulenza che si approssimano alla separazione mi riferiscono di volerlo fare per” il bene di tutta la famiglia”, poiché “meglio separati e sereni piuttosto che insieme e litigiosi”.
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